Il Manifesto de “La Bella Scuola”

 Così vid’i’ adunar la bella scola
di quel segnor de l’altissimo canto
che sovra li altri com’aquila vola.
 (Inf, IV, 94-96).

Mezzo secolo fa sulle colline di Barbiana, il Priore, Don Lorenzo Milani, raccoglieva nella sua canonica i ragazzi, i montanari, espulsi dalla scuola pubblica e a loro insegnava la strada del riscatto. Era animato, oltre cha dalla speranza e dalla fiducia nel suo Dio e nei suoi ragazzi, da una chiara consapevolezza: da soli non si poteva cambiare quel mondo che non sapeva accogliere, che rifiutava i più deboli, un mondo segnato dall’ingiustizia e dalla miseria. 

Così lasciò a noi quel monito, ricco di speranza ma anche di prospettive di lavoro, che è il .. “Sortirne da soli è l’avarizia, sortirne insieme è la Politica”…

Un messaggio, tuttora vivo, che trova risonanza nei lavori di Enzo Spaltro, massimo esponente in Italia della psicologia dei gruppi e di Aladino Tognon, formatore e già dirigente scolastico.

Il “sortirne insieme” richiama infatti il valore del “gruppo”, quale motore del cambiamento, “fonte e teatro del potere”. Il potere come influenzamento, il potere lievitativo, perché “io cresco se tu cresci.” E’ il riconoscimento della soggettività e insieme della pluralità, del gruppo che apre alla speranza di futuro e alla bellezza, che favorisce il passaggio dal benessere al bellessere.

Su questa terna di significati – gruppo, futuro e bellezza – che esprime tre concetti basilari e collegati tra loro, si fonda la Bella Scuola, di cui scrive Enzo Spaltro. 

“Non solo una buona scuola, etica, morale, quella del buono o del cattivo; né solo una scuola bella, aggettivata da una dimensione futura ed estetica formale; ma una bella scuola in cui la bellezza sia il cuore, la sostanza, dove il triangolo “gruppo-futuro-bellezza” respinga l’assoggettamento e che ci restituisca all’apprendimento goduto dai molti benestanti e non a quello voluto dai pochi dominanti”. 

Ed ancora risuona nel pensiero di Spaltro l’eco del Priore di Barbiana e del suo “dare a tutti in base ai bisogni di ciascuno…, perchè non vi è ingiustizia più grande che fare parti uguali fra diseguali”.

Chiaro dunque l’orizzonte di senso, la meta verso cui navigare

E’ l’utopia, il sogno. E’ l’isola che non c’è.…E’ la Bella Scuola, luogo bello perché fondato su amore per la conoscenza, rispetto, bellezza e dialogo.

E’ la scuola che non c’è, ma che è possibile realizzare. 

E’ l’orizzonte lontano che ci porta a inseguirlo, a spingerci anche oltre ciò che sembra impossibile. Ma intanto camminiamo, trasformando i desideri in progetti. 

La Bella Scuola, dunque …

Bella perché ci sono i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, diversi e colorati. Un carico prezioso che trasporta la nostra nave, dove c’è posto per tutti, “non uno di meno”.

Bella perché luogo dove l’allegria è una cosa seria, dove si può imparare anche divertendosi, perché l’apprendimento è essenzialmente apprendimento di benessere ed è più importante dell’insegnamento.

Bella perché luogo dove non tutto quel che si insegna si impara, né tutto quello che si impara si insegna.
Bella perché si impara come soggetto e non come individuo, perciò esistono i soggetti collettivi.
Bella perché capace di facilitare lo sviluppo futuro delle persone e non di prepararle solo a reagire alle esigenze del presente.

Bella perché permette di ritornare nei suoi luoghi ove a qualunque età è sempre possibile imparare. 

Bella perché si coltivano i desideri, i sogni e non si soddisfano solo i bisogni

Bella perché segnata dalla fiducia e dalla speranza. La fiducia nei nostri ragazzi e ragazze, bambini e bambine. La fiducia che genera fiducia, la speranza che dà speranza.   

Bella perché segnata dal futuro, in quanto non ci può essere apprendimento senza futuro. E come la storia serve al passato e il lavoro al presente, la scuola serve al futuro.

Bella perché il potere agito dai docenti, come dal DS, è un potere lievitativo, del “vita tua vita mea, mors tua mors mea”.

Bella perché la cura, come sentimento e pratica, come ricerca del bene comune, segna il nostro lavoro e racconta del nostro modo di stare nella relazione educativa. E’ la scuola Laboratorio di Umanità. 

Bella perché luogo dove la delicatezza, la tenerezza, la gentilezza, i sorrisi, le carezze hanno cittadinanza.

Bella perché segnata dalla promessa e non dalla paura e dalla minaccia.  

Bella perché in essa fioriscono i piccoli gruppi, moltiplicatori e diffusori di climi positivi e di benessere.

Bella perché luogo dove la scarsità delle risorse materiali si compensa con le abbondanti risorse immateriali e non viceversa. 

Bella perché esalta il valore della cittadinanza, dell’appartenenza ad una comunità.

Bella perchè segnata dal bellessere e dalla speranza di un benessere futuro.

Bella perché basata sul perdono, cioè sulla riappropriazione del proprio futuro, strappandolo alla vendetta che se ne è impadronita. 

Bella come la democrazia: impossibile, ma insostituibile. 

Bella perché la Scuola è Laboratorio di Umanità.

La scommessa de La Bella Scuola

Convinti dunque che sognare insieme aiuta anche a “sortirne insieme” e a veleggiare verso una scuola ed un mondo migliori, queste pagine puntano a diffondere la cultura del gruppo, quale motore di cambiamento, per costruire climi positivi e di benessere per tutte le persone che vivono nella scuola. E’questa la condizione necessaria per lo sviluppo di una “didattica del fare e dell’essere”, ispirata alla migliore tradizione pedagogica dell’attivismo e della cooperazione.

Danilo Dolci scrisse nel 1974 le seguenti parole:

“C’è chi insegna guidando gli altri come cavalli, passo per passo: forse c’è chi si sente soddisfatto così guidato.

C’è chi insegna lodando quanto trova di buono e divertendo: c’è pure chi si sente soddisfatto essendo incoraggiato.

C’è poi chi educa, senza nascondere l’assurdo che è il mondo, aperto ad ogni sviluppo, ma cercando di essere franco all’altro come a sé stesso, sognando gli altri come ora non sono: ciascuno cresce solo se sognato”.

Se è vero, dunque, che ciascuno di noi cresce se c’è qualcuno che lo sogna migliore. 

Se è vero che ancor più i nostri ragazzi, i nostri studenti hanno bisogno, oltre che ad aver diritto, di essere sognati “migliori”.

Così è per la nostra Scuola.

Essa va sognata. Va sognata migliore. Non solo buona, ma Bella!

“Una carta del mondo che non contiene il Paese dell’Utopia non è degna nemmeno di uno sguardo, perché non contempla il solo Paese al quale l’Umanità approda di continuo. E quando vi getta l’ancora, la vedetta scorge un Paese migliore e l’Umanità di nuovo fa vela. “

                                                                                               (Oscar Wilde,  L’anima dell’uomo sotto il socialismo, 1891)

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