Le parole, stelle per i naviganti

“Sempre devi avere in mente Itaca”

Le parole, stelle per i naviganti

Noi siamo le parole che abbiamo ascoltato, letto, scritte e pronunciate. Noi siamo la nostra storia, che oggi continuiamo a scrivere con le parole che scegliamo. Siamo il racconto spiegato nei luoghi in cui abbiamo sostato, lungo i sentieri, le strade, che abbiamo percorso. Un racconto costruito fin da quando, nel grembo di nostra madre, ci siamo nutriti del suo sangue e delle parole che ci sussurrava.

Buttati poi nel mondo senza un perchè, abbiamo respirato le parole che ci abitavano attorno e abbiamo imparato il suono di quel nome che ci faceva sentir d’essere. 

Non solo il latte, l’aria, la soddisfazione dei bisogni necessari, ma in quelle parole scoprivamo che c’era la magia per costruire la mappa del mondo in cui abitare, ma soprattutto le parole erano mattoni per lanciare ponti verso l’Altro, per creare quei legami che potevano rassicurarci, perchè tanta era la paura di restare da soli. Quei legami che ci avrebbero aiutato non solo a vivere ma ad essere e, per quanto fragili e mancanti d’essere, a cercare il nostro posto nel mondo e, di quel mondo, a coglierne la bellezza.

Così abbiamo cercato le parole per dar voce alla meraviglia dei tramonti e alle notti di luna piena sul mare. Parole che hanno aperto e chiuso il nostro cuore, acceso la nostra mente, parole che si son fatte carne e dato voce al nostro corpo e alla nostra anima. 

Parole nate mai dette, protette dai silenzi, parole cantate nei versi o poggiate sulle righe di un pentagramma. 

Parole che si portano addosso i colori, i profumi, gli umori e persino i sapori del tempo in cui furono usate.

Parole per esprimere le nostre idee, emozioni, sentimenti, visioni che ci animano, ma anche parole per tacere, per proteggere quel fiume prezioso che scorre dentro di noi, nascosto dalla luce del giorno. 

Perchè noi siamo il giorno e la notte, la luce e l’ombra, il detto e il non detto e, quando riusciamo a so-stare sul confine che li separa, allora possiamo cogliere l’alba dentro l’imbrunire, il mistero del nostro esserci.

Così, nei paesaggi delle nostre scuole, luogo del mistero dell’apprendere e dell’insegnare, noi coltiviamo le parole. Parole che si prendono cura, inventano mondi, aprono orizzonti, disegnano il futuro, costruiscono ponti, stringono legami.

Ma quelle parole…Bellezza, Speranza, Fiducia, Gruppo, Futuro, Clima, Soggettività…..sono un pò come le stelle che ci appaiono quando, confusi e smarriti nel buio della notte, vaghiamo sulle onde perigliose del mare. Esse ci aiutano a riprendere la rotta, a ricordare la meta per cui un giorno lasciammo il porto. A ritrovare il senso del nostro viaggio che scorgiamo nello sguardo dei nostri ragazzi. 

In fondo, è il viaggio che facciamo alla scoperta di noi stessi, insieme all’Altro diverso da noi, allievo o collega che sia….Noi, capitani e marinai coraggiosi…. Noi, uomini e donne di scuola. 

ITACA

(….)

 Sempre devi avere in mente Itaca,

raggiungerla sia il tuo pensiero costante.

Soprattutto, non affrettare il viaggio;

fa che duri a lungo, per anni,

e che da vecchio metta piede sull’isola, tu, ricco di

tesori accumulati per strada

Senza aspettarti ricchezze da Itaca

Itaca ti ha dato il bel viaggio

Senza di lei mai ti saresti messo in viaggio:

che cos’altro ti aspetti? 

(…)

C.K.

Lascia un commento